martedì 4 gennaio 2022

Prefazione a cura di Nino Melis, scrittore e giornalista.

Un intrigo internazionale  si snoda tra la Bosnia ancora insanguinata e un misterioso villaggio turistico sorto dal nulla nella  costa ogliastrina. La  posta in gioco non è però la sola speculazione turistico-immobiliare ma il controllo di un gigantesco  traffico internazionale di armi e droga.

L’ogliastrino  Giovanni Fresu, politico rampante in un partito della sinistra di governo, si trova così coinvolto  in un contesto imprevisto dopo la morte misteriosa  di Luciana, moglie del fratello Pietro,  affogata a poca distanza dal complesso turistico della Rosa dei Venti dove  la donna era stata assunta da pochi mesi. Le rigide misure di sicurezza che circondano il complesso turistico riservato a benestanti del Nord Europa, spingono l’uomo politico ogliastrino, sottosegretario in predicato di diventare ministro, a dispiegare le sue conoscenze per venire a capo della vicenda.

Scoprirà ben presto di non aver a che fare con un semplice omicidio ma con un intrigo internazionale dal quale emergono, uno dopo l’altro, i protagonisti inquietanti della Massoneria Nera, esponenti  dello spionaggio nel Mediterraneo, dal Mossad ad Hamas, un gruppo specializzato nella cattura di criminali di guerra e   persino un misterioso sceicco  a bordo del suo mega yacht ancorato al largo delle coste ogliastrine.

L’autore del  libro, Vincenzo D’Ascanio, riprende  in tal modo le tematiche sviluppate in due opere precedenti:  ‘’La terra dell’odio’’ concentrato sulle mafie che operano sulle coste ogliastrine e ‘’Valeria e le cattive compagnie,” dove il punto focale  è rappresentato dai guasti provocati  dalla politica dei partiti.

Dal canto suo l’Autore, per  molti anni militante con ruolo dirigente nelle formazioni della sinistra più dura, oggi  si  dichiara vicino ai movimenti anarco sindacalisti. Si tratta di una riflessione profonda che non poteva non lasciare un segno indelebile nell’ultimo lavoro, ‘La voce del padrone’ per l’appunto.  

Fin dalla prima lettura il libro  in questione si distingue per una  articolazione del racconto che procede a ritmo incalzante, su un filo narrativo sicuro pur in presenza di ambienti politici e sociali tra loro differenti, oltre che geograficamente distanti.

Tutto comincia nel villaggio turistico della costa ogliastrina che si colora di vicende sempre più misteriose e inquietanti. Da qui l’epicentro si sposta in una  Sarajevo ancora segnata dalle conseguenze della pulizia etnica, covo di spie e di complotti forieri di  vendette sanguinose.  Prossima tappa a Venezia con i misteri secolari che ancora popolano calli e palazzi. Né poteva mancare Roma come sede delle decisioni politiche più importanti a livello nazionale con risvolti internazionali. Cagliari invece è la naturale succursale sarda del potere romano ma non sembra voler  rinunciare al tradizionale ruolo di ponte commerciale e  culturale con il Nord Africa   e il mondo mussulmano.

Tra i protagonisti spicca la figura di  Giovanni Fresu con il segreto della sua forza  politica: la gestione  spietata di  un  caveau contenente documenti, mp3, carteggi digitalizzati, immagini e video. I fascicoli  riguardano  le vite politiche e private dei componenti del Partito di Fresu ma non solo. Le informazioni sensibili sono usate di volta in volta  come deterrente o come elemento di persuasione.   “Solo i paranoici si salvano’’ ama ripetere Fresu citando Machiavelli” e  il suo adagio “è molto più sicuro essere temuto che amato, quando si abbia a mancare dell’uno dei due.’’  

Il logo del titolo “La voce del padrone” ben si attaglia, pertanto,  a tutte le fasi della vicenda, compreso lo scenario finale scaturito dalla conclusione rocambolesca della vicenda criminale.

 

A mitigare la vittoria dell’assunto machiavellico secondo cui “il fine giustifica i mezzi” c’è però il ruolo svolto dalle donne. A cominciare da Margherita,  il primo amore di Giovanni che torna ad ardere dopo l’abbandono del marito della donna e la morte improvvisa della compianta compagna di Giovanni. Svolgono un ruolo positivo e moderatore anche le altre donne del romanzo: Veronika  a Sarajevo vittima della violenza etnica, Maria cugina di Giovanni che si prende cura dei figli di Pietro rimasto vedovo e la stessa Luciana che nel diario segreto denuncia la storia del mobbing messo in atto dall’ex fidanzato. Il sorriso delle donne introduce una nota di ottimismo e  di speranza nel villaggio costiero, che punta ancora  le sue carte su uno sviluppo turistico libero dai condizionamenti  di speculatori e affaristi.

 

Nino Melis, scrittore e giornalista.


 

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