Un intrigo
internazionale si snoda tra la Bosnia ancora insanguinata e un
misterioso villaggio turistico sorto dal nulla nella costa
ogliastrina. La posta in gioco non è però la sola speculazione
turistico-immobiliare ma il controllo di un gigantesco traffico
internazionale di armi e droga.
L’ogliastrino Giovanni
Fresu, politico rampante in un partito della sinistra di governo, si trova così
coinvolto in un contesto imprevisto dopo la morte misteriosa di
Luciana, moglie del fratello Pietro, affogata a poca distanza dal
complesso turistico della Rosa dei Venti dove la donna era stata
assunta da pochi mesi. Le rigide misure di sicurezza che circondano il complesso
turistico riservato a benestanti del Nord Europa, spingono l’uomo politico
ogliastrino, sottosegretario in predicato di diventare ministro, a dispiegare
le sue conoscenze per venire a capo della vicenda.
Scoprirà ben presto di non aver a
che fare con un semplice omicidio ma con un intrigo internazionale dal quale
emergono, uno dopo l’altro, i protagonisti inquietanti della Massoneria Nera,
esponenti dello spionaggio nel Mediterraneo, dal Mossad ad Hamas, un
gruppo specializzato nella cattura di criminali di guerra
e persino un misterioso sceicco a bordo del suo
mega yacht ancorato al largo delle coste ogliastrine.
L’autore del libro,
Vincenzo D’Ascanio, riprende in tal modo le tematiche sviluppate in
due opere precedenti: ‘’La terra dell’odio’’ concentrato sulle mafie
che operano sulle coste ogliastrine e ‘’Valeria e le cattive compagnie,” dove
il punto focale è rappresentato dai guasti
provocati dalla politica dei partiti.
Dal canto suo l’Autore,
per molti anni militante con ruolo dirigente nelle formazioni della
sinistra più dura, oggi si dichiara vicino ai movimenti
anarco sindacalisti. Si tratta di una riflessione profonda che non poteva non
lasciare un segno indelebile nell’ultimo lavoro, ‘La voce del padrone’ per
l’appunto.
Fin dalla prima lettura il
libro in questione si distingue per una articolazione del
racconto che procede a ritmo incalzante, su un filo narrativo sicuro pur in
presenza di ambienti politici e sociali tra loro differenti, oltre che
geograficamente distanti.
Tutto comincia nel villaggio
turistico della costa ogliastrina che si colora di vicende sempre più misteriose
e inquietanti. Da qui l’epicentro si sposta in una Sarajevo ancora segnata
dalle conseguenze della pulizia etnica, covo di spie e di complotti forieri
di vendette sanguinose. Prossima tappa a Venezia con i
misteri secolari che ancora popolano calli e palazzi. Né poteva mancare Roma come
sede delle decisioni politiche più importanti a livello nazionale con risvolti
internazionali. Cagliari invece è la naturale succursale sarda del potere
romano ma non sembra voler rinunciare al tradizionale ruolo di ponte
commerciale e culturale con il Nord Africa e il
mondo mussulmano.
Tra i protagonisti spicca la
figura di Giovanni Fresu con il segreto della sua
forza politica: la gestione spietata
di un caveau contenente documenti, mp3, carteggi
digitalizzati, immagini e video. I fascicoli riguardano le
vite politiche e private dei componenti del Partito di Fresu ma non solo. Le
informazioni sensibili sono usate di volta in volta come deterrente
o come elemento di persuasione. “Solo i paranoici si salvano’’
ama ripetere Fresu citando Machiavelli” e il suo adagio “è molto più
sicuro essere temuto che amato, quando si abbia a mancare dell’uno dei
due.’’
Il logo del titolo “La voce del
padrone” ben si attaglia, pertanto, a tutte le fasi della vicenda,
compreso lo scenario finale scaturito dalla conclusione rocambolesca della vicenda
criminale.
A mitigare la vittoria
dell’assunto machiavellico secondo cui “il fine giustifica i mezzi” c’è però il
ruolo svolto dalle donne. A cominciare da Margherita, il primo amore
di Giovanni che torna ad ardere dopo l’abbandono del marito della donna e la
morte improvvisa della compianta compagna di Giovanni. Svolgono un ruolo
positivo e moderatore anche le altre donne del romanzo: Veronika a
Sarajevo vittima della violenza etnica, Maria cugina di Giovanni che si prende
cura dei figli di Pietro rimasto vedovo e la stessa Luciana che nel diario
segreto denuncia la storia del mobbing messo in atto dall’ex fidanzato. Il sorriso
delle donne introduce una nota di ottimismo e di speranza nel villaggio
costiero, che punta ancora le sue carte su uno sviluppo turistico
libero dai condizionamenti di speculatori e affaristi.
Nino Melis,
scrittore e giornalista.
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